Mission

Cosa fa tuo figlio dopo la scuola?

Ha scelto un percorso?
Cosa ha scelto?
Ha scelto lui?
O tu?
O voi?
O i suoi amici?
Sarà la scelta giusta?
Adatta alle sue attitudini?
Come influirà sul suo sviluppo fisico, psichico e caratteriale?
Sulla sua personalità?
Sul suo progetto di vita?

Ogni passo è un’impronta

PedaGÒ! è un progetto nato per rispondere a queste domande.
Viene definito extracurriculare quell’insieme di insegnamenti estranei ai programmi scolastici ma assolutamente compresi nel “sapere”.
Un apprendimento che non finisce mai, che rinvigorisce la sintesi educativa di insegnamento ed esperienza.
Quando si decide di avviare un bambino a una “certa” preparazione si deve mettere in conto che diventerà una “certa” persona, seguirà un preciso percorso pedagogico, interprete della sua formazione e il suo profilo sarà simile al suo sapere.
Per il bambino è un divertimento ma lascia un’impronta…

Deve essere l’impronta giusta!

La nostra filosofia

Cari genitori,

Nel libro mastro del cammino dell’umanità è scritto che questo cammino gli uomini lo percorrono insieme. La socialità è quindi una premessa a noi stessi. E questo vale anche per chi ama pensare che sia una scelta dell’uomo perché comunque le scelte dell’uomo derivano dalla sua natura. L’uomo non è l’inizio ma la parte di un percorso. L’atto della procreazione è il suo passaporto per l’eternità, la sua condivisione dei destini la polizza sulla sopravvivenza.

Un'unione di diversi

L’essere un’unione di diversi è quasi una contraddizione nei termini. Per far sì che questa contraddizione esista e resista occorrono delle convenzioni che, dato l’insieme di diversità da cui sono generate, sono labili e variabili nel tempo e nello spazio. Queste convenzioni le abbiamo chiamate regole alla cui attenzione l’uomo è sottoposto quando ancora è protetto nella placenta materna: la sua vita è già iniziata e con essa l’incontro con le regole. All’inizio quelle “naturali”, dette anche “primarie”, legate alla sopravvivenza a cui immediatamente si affianca una serie di insegnamenti che potremmo già definire “pedagogici”.

La pedagogia è per tutti...

Per l’Istituto Treccani la pedagogia è la “Disciplina che studia i problemi relativi all’educazione e alla formazione dell’uomo, avvalendosi dell’apporto di numerose altre scienze (psicologia, antropologia culturale, sociologia, ecc.), allo scopo di indicare i prìncipi, i metodi, i sistemi su cui modellare la concreta prassi educativa”. Il punto d’inizio di questa “prassi” è dunque prenatale e la sua vita dura quanto la possibilità e il bisogno dell’apprendere come fatti ineludibili.

... Soprattutto per i bambini

In questo momento specifico del suo viaggio, la società umana, o meglio quella parte di essa che viene definita “occidentale”, propone con questa definizione quella scienza che si occupa dell’educazione: in generale, l’attività, l’opera e anche il risultato di educare, o di educarsi, soprattutto curando quegli indirizzi che la moderna pedagogia e psicologia ritengono necessario dare a bambini e adolescenti al fine di accompagnarli allo status di individuo, ossia appartenenti alla società degli uomini. In forma consapevole e collettiva l’educazione viene garantita attraverso il percorso scolastico che, per gradi differenti, dalla scuola materna alla fine delle superiori, accompagna la vita del giovane individuo dai 3 ai 18 anni, che possono essere preceduti da due anni di asilo nido e seguiti dal percorso accademico, entrambi attualmente facoltativi. Anche nel caso della pedagogia, come per tutto ciò che regola l’organizzazione sociale dell’uomo, gli indirizzi psicologici e i percorsi didattici sono condivisi, quindi sono ispirati da leggi e decreti che indicano le basi su cui poggia l’intero sistema scolastico a cui si ispirano le singole realtà didattiche preposte all’attività educativa.

La pedagogia è anche un affare di famiglia

La scuola condivide con la famiglia questa delicata ed essenziale responsabilità formativa perché i giovani individui trascorrono soltanto una parte della giornata, dalle 6 alle 8 ore, presso la scuola, il resto del tempo viene vissuto in famiglia all’interno della quale i canoni educativi, l’interazione con gli educatori, le caratteristiche del contesto sono inevitabilmente differenti. Una differenza di modalità, in alcuni casi anche decisamente importante, sicuramente percepita dal bambino ma quasi sempre mitigata dal vulnus familiare e dalle sue potenti risorse sentimentali.

E l'attività extracurriculare?

Tuttavia alla scuola e al doposcuola segue spesso l’insegnamento di quelle materie definite extracurriculari ossia tutte quelle discipline extrascolastiche sportive, culturali, ludiche, … fra le quali il bambino può indicarne una o alcune a cui dedicare una specifica attenzione formativa. Nella norma queste attività si collocano nella seconda parte del pomeriggio, immediatamente dopo il doposcuola, ma anche il sabato o la domenica. Il rapporto che deriva dalla relazione formativa tra l’allievo e il maestro/preparatore/trainer/allenatore/ecc… presenta inevitabilmente dei contenuti pedagogici al pari di quelli presenti nella fase scolastica delle ore precedenti ma in tutte queste nuove situazioni non sono dichiarati o, per meglio dire, consapevoli. L’unico aspetto considerato è quello tecnico nella valutazione delle competenze professionali di chi ha la padronanza delle tecniche proprie della disciplina scelta.

Un vuoto pedagogico?

Si crea quindi un vuoto pedagogico?
Assolutamente no. Questa condizione non può accadere perché la pedagogia, anche quando non assistita, si conferma una relazione naturale, spontanea e autoreferenziale che si determina fra individui fra cui intercorra uno scambio di informazioni che inevitabilmente vanno contestualizzate al modello sociale a cui gli individui stessi appartengono. Perciò i contenuti pedagogici ci sono ma non sono considerati perciò non sono governati.
Quindi quello che si verifica è peggio di un vuoto, è una discontinuità, un’incoerenza che può arrivare fino alla contraddizione.

Aiutare i vostri figli a esplorare, crescere e imparare, ecco la nostra missione

L’obiettivo di PedaGÒ! parte proprio da questa distrazione! Se l’architrave pedagogico rappresenta le fondamenta su cui poggia l’intero edificio didattico-educativo, la sua influenza deve seguire il percorso del bambino e non rimanere prigioniera degli spazi che lo ospitano nel suo tragitto quotidiano. In questo senso la proposta PedaGÒ! si muove in due precise direzioni:

  1. Presentare un menù interdisciplinare che comprende diversi percorsi extracurriculari tra quelli di possibile interesse del bambino, con spiccate capacità valoriali tali da evidenziare ed esprimere i talenti in pectore e da consentire ai docenti la lettura di indicatori comportamentali a beneficio dell’informazione e, dunque, della funzione genitoriale;
  2. Dare continuità consapevole al percorso pedagogico avviato nella fase scolare mettendo al centro il bambino, nella certezza della sua unicità nel relazionarsi all’apprendimento e, quindi, della necessità di impostare con lui una modalità di insegnamento personalizzata, sviluppata all’interno di corsi collettivi, inevitabilmente a numero chiuso. Ovviamente tutti i maestri/preparatori/trainer/allenatori/ecc. sono stati formati a un preciso indirizzo pedagogico che ricalca le scelte scolastiche, comprensive dei criteri pedagogici Montessori, Steiner, Pizzigoni e Feuerstein.

PedaGÒ!

L’intento del progetto PedaGÒ! è di dare continuità consapevole al percorso pedagogico avviato nella fase scolare mettendo al centro il bambino e impostando con lui una modalità di insegnamento personalizzata, sviluppata all’interno di corsi collettivi a numero chiuso.

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